Se la Sanità non dialoga, chi perde è il paziente

“Domenica, ahimè, mi è capitato di essere ricoverato al pronto soccorso di Tolmezzo. Francamente ho trovato medici competenti e gentili e ho visto al lavoro il personale del 118, veramente bravi e affiatati. Una cosa mi ha colpito però e non è certo una colpa di medici e paramedici. Le strutture sanitarie in Friuli Venezia Giulia non sono in rete informatica l’una con l’altra”. Lo ha raccontato Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, che ha poi spiegato: “Cioè dal terminale di Tolmezzo non erano in grado di accedere a quello di Udine, dove mi era capitato di essere ricoverato per lo stesso motivo un paio di anni fa e recuperare il quadro clinico. Mi sembra assurdo che all’epoca di internet non ci sia un’unica banca dati regionale che potrebbe salvare delle vite, soprattutto perché la sanità regionale è costretta a servirsi da Insiel, la società informatica della Regione, che costa 86 milioni all’anno, con prezzi imposti per le varie aziende sanitarie. Per capirci, sono 66€ all’anno a cittadino contro i 18€ che pagano i quasi 10 milioni di cittadini lombardi per Lombardia Informatica. La società del Friuli Venezia Giulia ha 728 dipendenti e serve 1,2 milioni di abitanti, quella lombarda 603”. Blasoni ha quindi posto un interrogativo: “Potremmo aspettarci, all’epoca di internet, quantomeno che i vari ospedali siano in grado di dialogare online tra loro?
PS: sto bene e per fortuna sono stato subito dimesso. Grazie ancora al personale”.

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