L’Italia è terzultima in Europa per vendite online. Dopo di noi solo Romania e Bulgaria. La copertura della banda ultralarga veloce è solamente all’11% del totale, il livello più basso tra i Paesi occidentali, eppure viviamo al tempo di Internet e rimanere indietro rischia di costarci moltissimo. Lo sviluppo di Internet non richiede le materie prime che il nostro Paese non possiede ma semplicemente ricerca e intelligenze. Lo Stato potrebbe cedere le numerose partecipazioni in perdita che ha ed investire in ricerca e infrastrutture digitali. Le Ferrovie vengono sussidiate dallo Stato per dodici miliardi all’anno ma non si vendono. Questo perchè così resta il controllo politico su consigli di amministrazione, consulenze, assunzioni. Ne ho scritto su Avvenire un paio di giorni fa.
di Massimo Blasoni