Io sto con la tradizione

“Pochi giorni fa, a Firenze, una classe delle elementari è stata costretta a rinunciare alla visita di una mostra perchè i quadri di contenuto religioso avrebbero potuto offendere la sensibilità delle famiglie non cattoliche. A Castiglione del Lago, in Umbria, un’intera classe dell’istituto tecnico è stata punita perchè ha disegnato sul muro un crocifisso, dopo che il preside l’aveva tolto perchè tra gli studenti ce n’è uno musulmano. In Spagna Manuela Carmena, sindaco di Madrid, ha vietato il presepe in municipio”. Sono alcuni degli esempi citati da Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del centro studi ImpresaLavoro, in riferimento alla situazione attuale sul fronte dei rapporti tra cattolici e non.  “Non sono d’accordo – è la sua tesi – Non solo perchè “di pancia” l’idea che possano togliere il presepe a mia figlia mi sconcerta ma soprattutto perchè sono convinto che l’identità vada difesa e che in omaggio alla tolleranza non vadano dilapidati i propri valori. Una cosa è che tutti debbano poter liberamente professare la propria religione, un’altra che in omaggio al politcally correct una stragrande maggioranza debba rinunciare alle proprie tradizioni. Sarebbe un po’ come dire che in Italia non si deve più parlare la lingua italiana perchè vi sono minoranze che usano diversi idiomi. PS: e poi c’è una cosa che mi chiedo: ma a voler togliere il presepe ai bambini sono coloro che professano una religione diversa o in realtà sono le maestrine della CGIL con le bandiere rosse?”

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