“È giusto pretendere da chi viene a lavorare e vivere nel nostro paese la conoscenza della nostra lingua ed il rispetto dei nostri costumi? Io credo di sì”, sostiene Massimo Blasoni, Presidente di ImpresaLavoro. “Vanno garantiti l’uguaglianza di fronte alla legge e i pari diritti e doveri di tutti i lavoratori, Italiani o extracomunitari che siano. Va anche richiesto che la permanenza in Italia comporti la conoscenza dell’italiano, il riconoscimento della parità uomo donna, della laicità dello stato, della democrazia e di altri valori per noi fondanti. Il multiculturalismo in senso stretto non esiste: per noi non sono culturalmente accettabili la poligamia, l’infibulazione, la lapidazione delle adultere ammessa dai codici in Iran e questo deve valere anche per chi viene. Questo non vuol certo dire essere razzisti. In Italia, ad esempio, il tasso di occupazione degli extracomunitari è più alto di quello degli italiani come dimostra lo studio del nostro ImpresaLavoro”.
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