Massimo Blasoni: le regioni fanno lievitare la spesa pubblica

“E’ incredibile, la spesa delle regioni continua ad aumentare. Lo abbiamo rilevato con un studio del nostro Impresa lavoro riportato ieri da tanti giornali Italiani : nel periodo 2011-2014 in molte regioni italiane la spesa cresce per milioni con aumenti fino al 35%. Chiariamo non sono costi sostenuti per fare strade o migliorare le infrastrutture ma spesa corrente, imputabile a burocrazia e pubblici uffici con sedi dislocate anche all’estero – E’ quanto dichiara Massimo Blasoni sul suo profilo facebook in merito a uno studio effettuato dal CentroStudi Impresa Lavoro – Basti pensare che ogni regione ha un proprio ufficio di rappresentanza a Bruxelles e sedi diplomatiche che arrivano fino in Vietnam, con un costo di decine di milioni di euro. Auto blu, sedi faraoniche, concorsi truccati, assessori con schiere di segretarie e addetti stampa: nel Lazio la spesa e’ aumentata del 33% IN UN ANNO. Al nord va un po’ meglio ma francamente sarebbe preferibile impiegare quel denaro per sostenere il lavoro dei giovani e di chi adulto l’ha perso”.

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IMMIGRARE CON RISPETTO

Si continua quotidianamente a parlare di immigrazione. Lo fa anche Massimo Blasoni in un recente post su facebook, guardando l’immagine di un immigrato che “bivacca” sulla panchina di un giardino pubblico. “Occorre trovare un punto di equilibrio tra la solidarietà che sentiamo di dovere agli altri e la difesa della nostra cultura – dice – Siamo talvolta troppo ostaggio del politically correct sino al punto di togliere i crocefissi dalle classi o non festeggiare con il presepe il Natale per non urtare la suscettibilità di chi è di fede islamica. Eppure è lecito difendere il proprio patrimonio di lingua, usi e costumi e non è per nulla sbagliato chiedere ai nuovi venuti di conoscere e rispettare quell’insieme di regole che caratterizza il nostro Paese e la nostra democrazia. Niente ruspe, per l’amor di Dio – prosegue Blasoni – ma va superata quella diffusa convinzione, soprattutto a sinistra, che la tolleranza a qualunque costo sia l’unica soluzione ai problemi dell’immigrazione. Perché debbo accettare i giardini pubblici in cui i bambini non possono più andare o il degrado nelle zone antistanti i cimiteri?. Non ci sto, anche se non sono per nulla razzista” conclude.

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Hospice a Udine: simbolo dell’inefficienza della Pubblica Amministrazione

“Le inefficienze della pubblica amministrazione non sono proprie del solo meridione del Paese. L’ho già scritto, a Udine dal 2004 dormono 4,4 milioni di euro pubblici (le nostre tasse), stanziati per realizzare un hospice: una struttura sanitaria a misura d’uomo per assistere i fine vita non in ospedale e potendo accogliere anche i familiari. Un servizio di grande civiltà. Perché dopo dieci anni questi denari non sono ancora stati impiegati? Perché Comune e azienda sanitaria non si sono accordati su dove realizzarlo, perché sono stati proposti progetti faraonici e dunque non bastavano mai i soldi stanziati. E così, di anno in anno, è passato un decennio. Pensando di dare una mano, ho scritto al sindaco e l’opposizione ha chiesto la convocazione di una commissione: oggetto: l’indizione di una gare per realizzare la struttura. M’impegno a farla entro due anni e a mettere a disposizione le risorse che mancano. Ovviamente nessuno ha risposto e nel frattempo si corre il rischio che, essendo lo stanziamento in parte ministeriale, dopo 11 anni venga ritirato e i soldi persi. Veramente non capisco, ma certamente potremmo avere un’Italia migliore”. Così interviene su facebook Massimo Blasoni

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Massimo Blasoni: la crisi non è colpa degli imprenditori

Massimo Blasoni: difficile investire con queste regole

“Ieri a Tgcom c’era con me a commentare la situazione un bravo professore. Sosteneva che una delle cause della crisi è dovuta al fatto che gli imprenditori non investono. Mentre parlava pensavo ai tanti artigiani che debbono indebitarsi per pagare le tasse. Pensavo agli agricoltori strozzati dalle regole europee e ai tanti commercianti che se vanno in tribunale per reclamare un credito aspettano 1000 giorni per la sentenza definitiva. Invece lo Stato paga e cambia le regole del gioco quando vuole e la maggior parte dei nostri rappresentanti non ha mai lavorato (cominciando da Renzi)”. Così ieri Massimo Blasoni ospite a Tgcom24 sul tema Grecia che ha aperto una seria riflessione anche sullo stato di salute dell’economia italiana.

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Massimo Blasoni: il credito continua a scendere

Massimo Blasoni: l’intervento Bce rischia di non bastare

“Malgrado l’enorme intervento di Bce (il cosiddetto quantitative easing), in realtà il credito delle banche alle nostre famiglie e imprese continua a scendere. Non lo dico io, ma Bankitalia che ad aprile ha registrato un calo su base annua dell’1,4%. Due cose mi hanno colpito. Primo: i prestiti calano per le imprese che producono e non per le imprese finanziarie. Due: il tasso medio praticato alle imprese e famiglie italiane è del 20% superiore a quello praticato in Germania ad imprese e famiglie tedesche. Se vogliamo la ripresa, dobbiamo fare ben altro”. Lo dichiara Massimo Blasoni a margine del suo intervento su Panorama.

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Massimo Blasoni: “Ecco l’emigrazione italiana”

Massimo Blasoni: “500mila connazionali se ne sono andati dal paese in cinque anni”

“Oggi molti giornali italiani riportano un’indagine del nostro CentroStudi Impresa Lavoro sugli italiani emigrati dal 2008 al 2013. Sono molti, oltre 550mila. Il dato, però, che mi ha colpito veramente è che quasi la metà sono giovani di età compresa tra 15 e 34 anni. Il segnale è chiaro: molti dei nostri giovani non trovano risposte in Italia e cercano opportunità in Paesi che, diversamente dal nostro, crescono: Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia. Molti sono ricercatori e le iniziative per il “rientro dei cervelli in patria” hanno avuto ben poco successo. In Italia i ricercatori universitari sono sottopagati e le opportunità di dar vita a nuove aziende sono pochissime; la speranza di avere domani una pensione decente per un giovane e minima. Dispiace vedere che così tanti partono, ma come non comprenderli?. In Italia negli ultimi 5 anni abbiamo tagliato la spesa pubblica per ricerca e innovazione, mentre hanno continuato burocrazia, sprechi e caste che nessuno vuole veramente tagliare”. Lo dichiara oggi Massimo Blasoni su facebook

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Parliamo di tasse

Massimo Blasoni: situazione ormai insostenibile

Parliamo di tasse. In una sala gremita, ieri sera nella Sala Appi del Centro culturale Aldo Moro di Cordenons, la presentazione di “E io pago”, il manifesto anti tasse realizzato dal CentroStudi Impresa Lavoro attraverso 15 illustri contributi. Sono intervenuti Simone Bressan, Direttore del CentroStudi, Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del CentroStudi, Davide Giacalone, editorialista e scrittore. A moderare l’incontro il primo cittadino di Spilimbergo, Renzo Francesconi. Sul tema tasse è impossibile non affrontare l’argomento della pressione fiscale. E’ stato decisamente chiaro, in merito, l’intervento di Giacalone che non ha esitato a definire il sistema fiscale italiano “il secchio con cui attingere soldi destinati a pagare l’incapacità di governare il Paese – e, su una possibile ripresa – fa rabbia il fatto che rimettersi a correre non è poi così difficile. Si deve battere più la paura che non l’incapacità. O meglio: la paura collettiva produce una classe dirigente d’incapaci. Che, per arrotondare, sono spesso lestofanti”. “E io pago”, lo ha ricordato anche Francesconi, rappresenta “uno spaccato di quello che è oggi l’Italia. La morsa fiscale è arrivata a un punto critico, ma siamo ancora in tempo per adottare dei correttivi per invertire la rotta. Quello che serve è la volontà di ridurre la pressione fiscale per far ripartire l’economia, la produzione e i consumi”. La priorità, dunque, è invertire il processo in atto, “questo crescente spostamento di risorse dal settore privato al settore pubblico è destinato a mettere in grave crisi l’intera società occidentale – ha detto Massimo Blasoni – Nel nostro Paese questa dilatazione del prelievo tributario ha raggiunto livelli elevati, così che oggi la situazione è diventata insostenibile. Lo Stato che spende non brilla affatto per oculatezza – ha proseguito – e se la spesa è improduttiva non genera effetti moltiplicatori. Quegli stessi denari in mano a famiglie e imprese, di norma, sarebbero invece un volano per l’economia”.

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Massimo Blasoni: giù la spesa per meno tasse

Si parla ancora di tasse e pressione fiscale. A farlo e’ Massimo Blasoni, imprenditore presidente del CentroStudi Impresa Lavoro. “C’è sempre stata questa enorme pressione fiscale? No. Nel 1975 era il 20% del Pil, oggi raggiunge il 50%. Lo Stato tassatore ha speso sempre di più senza che i servizi migliorassero. Non si è speso di più per una migliore sanità, sicurezza, istruzione, ma perché lo Stato monopolista impone il costo dei servizi e una parte rilevante delle tasse si è tradotta in spese faraoniche di burocrazia e politica. Rimettere nella disponibilità di famiglie e imprese una parte delle risorse, riducendo la spesa pubblica, è l’unico modo per ripartire”. Questo ha affermato Blasoni ieri sera alla presentazione a Udine di “E io pago”, il manifesto anti tasse realizzato da Impresa Lavoro.

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Massimo Blasoni: Serve un’Italia più forte

Parliamo di immigrati. Quanto poco conti l’Italia in Europa era evidente ma non finisce mai di stupirmi l’egoismo dei nostri partner. Siamo in crisi ma malgrado ciò restiamo contributori netti: cioè versiamo all’Europa più di quanto riceviamo. Abbiamo contribuito con 80 miliardi al fondo salva stati (Grecia etc.). Però, quando l’emergenza tocca a noi gli altri si sfilano. La ripartizione dei rifugiati, dopo i no preventivi di Inghilterra, Irlanda e Danimarca e quelli di Polonia e Ungheria, incassa ora anche il rifiuto di Francia e Spagna. Complimenti! Noi ossequiosi, gli altri a redarguirci come scolaretti, facendo però i loro interessi. Sono a favore dell’Europa, ma vorrei un Italia più forte.

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Massimo Blasoni: Il Jobs Act non basta

Se avendo dei figli piccoli, oggi ci chiediamo dove andranno a lavorare da grandi difficilmente rispondiamo nell’impiego pubblico ( che anzi deve ridursi). I nostri figli andranno a lavorare in aziende private, o magari le avvieranno. Malgrado le mille vessazioni della burocrazia e dello stato. Malgrado un paese dove , rispetto al resto d’Europa, le tasse sono più alte come il costo del lavoro e le infrastrutture ( strade, ferrovie) sono arretrate. Malgrado tutto, c’è in Italia un esercito di imprenditori e artigiani e commercianti, piccoli e grandi che ogni giorno ci riprova.

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