Banche: rubinetti chiusi per famiglie e imprese

“Le responsabilità del PD nella nomina dei vertici di banche che non si sono comportate correttamente è sotto gli occhi di tutti. Dalla vicenda Monte dei Paschi guidata da un presidente legato a filo doppio con il PD alla famosa frase di Piero Fassino “Abbiamo una banca” parlando della scalata alla Bnl. Oggi la vicenda del padre della Boschi nominato vicepresidente della Banca Etruria in corrispondenza con la nomina della figlia a Ministro. Ci hanno rimesso migliaia di piccoli risparmiatori che qualche volta hanno perso tutto. Eppure esiste un problema ancor più grande. Le banche continuano a non imprestare a famiglie e imprese (meno 0,5% su base annua) e il Governo, ostaggio dell’Europa, non fa nulla”. Oggi a L’Aria che tira su La7.

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Migranti: ora anche la procedura di infrazione

“Leggo da La Stampa che oggi la Commissione Europea deve decidere se aprire una procedura di infrazione contro l’Italia. Il motivo è semplice: nei primi mesi dell’anno sono entrati in Italia 93.000 migranti ma ne sono stati censiti e identificati solo 30.000. Degli altri 63.000 si è persa ogni traccia. Non sono nelle strutture di accoglienza ma certo non sono svaniti nel nulla. Sono in Italia clandestini o nel resto d’Europa. Posso capire i timori: di cosa vivono? Tra loro ci sono possibili terroristi? È pensabile che non avendo la possibilità di lavorare legalmente cercheranno di provvedere ai loro bisogni illegalmente? Certo una vera figuraccia per il nostro Ministero dell’interno che non ha (al netto dello scarso aiuto da parte del resto d’Europa) saputo gestire l’emergenza. E anche una risposta ai buonisti che non vogliono strutture protette. In realtà dopo l’ingresso la maggior parte dei migranti se ne va senza essere identificata e senza che si sappia se fugga da una guerra o se sia venuta a portarla”. Così su Facebook Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro.

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Crescita ferma? Per il PD è solo colpa del terrorismo

“Il Pd non può invocare il terrorismo come scusa per la mancata crescita. La frenata su occupazione e andamento dell’economia è l’effetto di troppe tasse e delle mancate riforme. Oggi ne ho parlato ad Agorà con il Presidente della Toscana Rossi (mi ha detto, prendendo un caffè, che vuole sfidare Renzi alle primarie) e Matteo Salvini.

Si è discusso anche di Islam e lotta al terrorismo. Sono un democratico ma alle democrazie pigre preferisco quelle autorevoli. Su questo ha ragione Salvini: occorre saper difendere la nostra identità”. Così Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro.

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Sulle pensioni non c’è da stare allegri

“I giovani non hanno nessuna certezza di avere la pensione al termine del percorso lavorativo. Dopo sei grandi riforme, la verità è che il sistema previdenziale italiano non è ancora sostenibile. Il numero di pensionati cresce più del numero di lavoratori e le pensioni baby date a 40 anni, in passato, rischiano di essere pagate dai lavoratori di oggi. L’INPS è stato gestito malissimo e pressoché ogni anno registra perdite che vengono coperte dalle nostre tasse che si sommano ai contributi versati. Una domanda da liberale: se l’INPS utilizza male i nostri versamenti, non li fa rendere e li impiega anche per i falsi invalidi o per investimenti a perdere, perché non dovremmo poter liberamente scegliere sul mercato sistemi pensionistici privati con una resa di gran lunga migliore? Ho un sogno: meno Stato e un Paese più libero”. Così su Facebook Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro.

Lo studio sul numero di Panorama di questa settimana.

Panorama 2 dic da Sotes

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L’Italia ha sete di meritocrazia

“L’Italia ha tante facce. Ci sono lavoratori bravissimi che non staccano mai: negli ospedali, nel volontariato, 1 milione di donne che lavorano in ufficio e poi continuano a casa.
Ci sono anche i furbetti, però, che si fingono invalidi per parcheggiare in centro. Ci sono anche i Vigili che a Roma si danno malati la notte di Capodanno come avvenuto a San Silvestro nel 2014. C’è chi si fa timbrare il cartellino e invece va a fare la spesa senza che nessuno possa licenziarlo. C’è anche chi si dà malato. Con ImpresaLavoro abbiamo provato a fare un piccolo studio su dati Inps, riportato oggi dalla stampa nazionale, da cui è emerso che i dipendenti pubblici si ammalano in media quasi il doppio dei privati: 9,8 giorni di malattia a persona contro 5,5. Inoltre il 30% dei lavoratori, sia pubblici che privati, si ammala il lunedì. Se vogliamo che riparta questo nostro Paese bisognerà poter sanzionare chi fa il furbo e premiare chi ce la mette tutta. L’Italia resta maglia nera nella classifica della meritocrazia e purtroppo la patria delle raccomandazioni”. Così è intervenuto su Facebook Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro.

11.26 Metro

 

Il Giornale 26_11_15 Il tempo 26 nov 2015

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Il coraggio di credere in ciò che facciamo

“Ieri ho acquistato una nuova residenza per anziani, “Villa San Giusto” a Prato. Creare nuovi posti di lavoro, realizzare residenze per anziani sfidando chi ti diceva che è impossibile costruire da zero – e partendo senza una lira – una catena nazionale. È questo quello che mi piace”. Qualche anno fa un guru della finanza nazionale mi ha detto: “Non ce la farai mai a costruire decine di nuovi edifici in poco tempo in un Paese dove la burocrazia ferma le idee per anni”. Invece abbiamo costruito, e continuiamo a farlo, lottando con banche e burocrazia. Siamo arrivati a 50 strutture in tante regioni italiane e 1600 dipendenti. L’obiettivo primario di molti imprenditori, credetemi, non è guadagnare. Lo diceva già Einaudi: “Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, ispirare fiducia, ampliare gli impianti”. Ovviamente però non basta l’imprenditore coraggioso. Il merito più grande a Sereni Orizzonti è quello delle lavoratrici (ci sono più di 1300 donne) che ogni giorno assistono oltre 3000 anziani. Un post forse troppo appassionato, ma chi mi conosce sa che questo sono io”.  Così interviene su Facebook l’imprenditore Massimo Blasoni.

Ampliamento RottofrenoBlasoni Il Tempo 19 novembre 2015

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Io sto con la tradizione

“Pochi giorni fa, a Firenze, una classe delle elementari è stata costretta a rinunciare alla visita di una mostra perchè i quadri di contenuto religioso avrebbero potuto offendere la sensibilità delle famiglie non cattoliche. A Castiglione del Lago, in Umbria, un’intera classe dell’istituto tecnico è stata punita perchè ha disegnato sul muro un crocifisso, dopo che il preside l’aveva tolto perchè tra gli studenti ce n’è uno musulmano. In Spagna Manuela Carmena, sindaco di Madrid, ha vietato il presepe in municipio”. Sono alcuni degli esempi citati da Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del centro studi ImpresaLavoro, in riferimento alla situazione attuale sul fronte dei rapporti tra cattolici e non.  “Non sono d’accordo – è la sua tesi – Non solo perchè “di pancia” l’idea che possano togliere il presepe a mia figlia mi sconcerta ma soprattutto perchè sono convinto che l’identità vada difesa e che in omaggio alla tolleranza non vadano dilapidati i propri valori. Una cosa è che tutti debbano poter liberamente professare la propria religione, un’altra che in omaggio al politcally correct una stragrande maggioranza debba rinunciare alle proprie tradizioni. Sarebbe un po’ come dire che in Italia non si deve più parlare la lingua italiana perchè vi sono minoranze che usano diversi idiomi. PS: e poi c’è una cosa che mi chiedo: ma a voler togliere il presepe ai bambini sono coloro che professano una religione diversa o in realtà sono le maestrine della CGIL con le bandiere rosse?”

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Se la Sanità non dialoga, chi perde è il paziente

“Domenica, ahimè, mi è capitato di essere ricoverato al pronto soccorso di Tolmezzo. Francamente ho trovato medici competenti e gentili e ho visto al lavoro il personale del 118, veramente bravi e affiatati. Una cosa mi ha colpito però e non è certo una colpa di medici e paramedici. Le strutture sanitarie in Friuli Venezia Giulia non sono in rete informatica l’una con l’altra”. Lo ha raccontato Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, che ha poi spiegato: “Cioè dal terminale di Tolmezzo non erano in grado di accedere a quello di Udine, dove mi era capitato di essere ricoverato per lo stesso motivo un paio di anni fa e recuperare il quadro clinico. Mi sembra assurdo che all’epoca di internet non ci sia un’unica banca dati regionale che potrebbe salvare delle vite, soprattutto perché la sanità regionale è costretta a servirsi da Insiel, la società informatica della Regione, che costa 86 milioni all’anno, con prezzi imposti per le varie aziende sanitarie. Per capirci, sono 66€ all’anno a cittadino contro i 18€ che pagano i quasi 10 milioni di cittadini lombardi per Lombardia Informatica. La società del Friuli Venezia Giulia ha 728 dipendenti e serve 1,2 milioni di abitanti, quella lombarda 603”. Blasoni ha quindi posto un interrogativo: “Potremmo aspettarci, all’epoca di internet, quantomeno che i vari ospedali siano in grado di dialogare online tra loro?
PS: sto bene e per fortuna sono stato subito dimesso. Grazie ancora al personale”.

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Licenziamenti P.A.: no a differenze col privato

“Licenziare chi falsifica le presenze”. Così parlò il ministro Madia sull’assenteismo nella Pubblica amministrazione, di cui le cronache hanno abbondantemente riferito. Sul concetto penso si possa tutti concordare. Però forse il ragionamento va ampliato”. Lo sostiene Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, il quale pone un interrogativo: “Perché nella Pubblica amministrazione vige sostanzialmente l’illicenziabilità mentre nel privato no? Cosa distingue l’impiegato di un comune dall’operaio di un’azienda privata?”. “Non ci sono motivi accettabili per questa disparità di trattamento tra lavoratori – sostiene – Ci sono funzionari bravissimi ma anche chi ti guarda dall’alto in basso mentre fai la coda allo sportello o non va al lavoro solo perché sa che non ci sono sanzioni. P.s. Ovviamente io sono per le assunzioni e non certo per i licenziamenti. Ma anche per il merito”.

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La scuola deve creare più opportunità di lavoro

“Quante volte mi trovo a fare colloqui di lavoro con giovani che hanno una laurea che non c’entra nulla con il profilo che stiamo cercando? Molti, troppi hanno scelto facoltà che non danno garanzie di occupazione o che sfornano troppi laureati”. Lo sostiene Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, che aggiunge: “Ci sono giovani avvocati che mi hanno chiesto di fare un tirocinio per una semplice attività di segreteria perché non c’è mercato per la loro professione: non mi pare giusto. E quante volte i nuovi inserimenti sono spaesati perché non esiste un vero percorso scuola – lavoro? Cioè durante il periodo scolastico/universitario non hanno frequentato le aziende vivendo una scuola “chiusa in se stessa”. Abbiamo tutti delle responsabilità, la scuola più di tutti. In Italia è incapace di interpretare l’evoluzione del mondo”.

Il suo intervento su “Il Tempo”.

Blasoni su Il Tempo

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