Le tasse, malattia italiana: curiamola e ci salveremo

Due anni fa era venuto a trovarmi un giovane friulano intenzionato a fare l’imprenditore. Un ottimista pieno di volontà con un’idea commerciale mica male. Ho saputo che, purtroppo, ha chiuso. Gli ho telefonato per sapere il perchè. Aveva assunto l’unico dipendente con qualche giorno di ritardo e questo ha fatto scattare causa di lavoro e sanzioni, poi la cartella esattoriale. I clienti pagavano in ritardo e nel secondo anno il meccanismo pazzesco dei saldi e acconti sulle tasse (le imprese, anche le più piccole, diventano un po’ banca per lo Stato) ha finito per metterlo in crisi. Le banche, ovviamente, non c’hanno pensato un secondo a chiudergli tutti gli affidamenti. Così oggi abbiamo un disoccupato in più ed un imprenditore in meno. Tenere le tasse a zero almeno i primi 3 anni faciliterebbe l’avvio di nuove imprese, ma lo Stato è avido di risorse.
Il mio intervento su Il Giornale

di Massimo Blasoni

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