IL TEMPO, 25 settembre 2019
3,7 miliardi di euro. Tanto è costato lo scorso anno alle imprese italiane anticipare il credito necessario a pagare dipendenti e materie prime per fornire beni e servizi alla Pubblica Amministrazione in attesa di essere saldate. Questa stima è stata effettuata mettendo in relazione i dati di Bankitalia sullo stock complessivo dei debiti con il costo medio del capitale che le imprese hanno dovuto sostenere per finanziare i ritardi di pagamento della PA, con modalità che vanno dallo sconto fatture al factoring, agli sconfinamenti e così via.
È ovvio: se per fornire la Pubblica Amministrazione l’imprenditore ha dovuto pagare materiali e dipendenti e non viene a sua volta saldato non può che rivolgersi al sistema bancario. Un sistema di norma piuttosto costoso e a cui non è facile accedere soprattutto per le piccole e medie imprese. I ritardi finiscono per rappresentare una vera e propria tassa occulta che rende ancora più ardua la competizione con le aziende di Paesi come la Francia e la Germania che hanno tempi di pagamento della PA, e dunque costi finanziari, che sono mediamente la metà dei nostri. Secondo il recente European Payment Report 2019 di Intrum Justitia, quanto a tempi di pagamento siamo terz’ultimi in Europa, seguiti solamente da Portogallo e Grecia. I ritardi non contribuiscono affatto a migliorare il rapporto di fiducia tra Stato e impresa. Insomma, le tasse vengono richieste ai cittadini e incassate con scadenze precise ma lo Stato invece paga quando vuole, in sostanza finanziandosi parzialmente a spese del sistema produttivo.
Lo stock di debiti della PA verso le imprese italiane è stimato da Bankitalia in 53 miliardi per il 2018. Una cifra ingentissima che rappresenta un rilevante freno per il nostro sistema produttivo. Il calo rispetto all’anno precedente è di appena quattro miliardi di euro. Liquidare con operazioni spot i debiti pregressi non riduce infatti lo stock complessivo poiché i debiti commerciali si rigenerano costantemente, essendo beni e servizi forniti di continuo. Le imprese italiane sopportano tasse rilevanti, una burocrazia oppressiva e una giustizia civile assai lenta. Sarebbe auspicabile che fossero almeno esentate da questa sorta di tassa occulta.
Massimo Blasoni